Artisti

La NiñaJacarandá, nota anche come Isamit Morales, è un’artista visiva cileno-venezuelana, produttrice e DJ. Propone sonorità ampie e non lineari, che attraversano uno spettro che sfuma i confini tra ambient, reggaeton e club decostruito, sempre considerando le sue intersezioni con la dimensione politica. È anche la fondatrice della scuola per DJ femministe (non binarie)Sin Sync, che negli ultimi tre anni ha consolidato un percorso di formazione e una comunità per artisti e dj della Sala VOL di Barcellona. Per dirla con le sue parole, “fare la DJ è come citare”, dice La Niña, portando “voci” e nomi di altri artisti; come un modo per tessere genealogie e capitoli di dj set. “Con le mie modifiche, i bootleg e le tracce, mi colloco in uno spazio che fluttua tra DJ e produzione, senza sentire l’urgenza di definirlo”. Le sue sessions sono state ascoltate in club come Razzmatazz, Apolo, Dabadaba, Macao; anche in SONAR+D; radio come Dublab, Noods Radio, Wide Radio e altre realtà e collettivi diBarcellona come ABUNDANCE, Torooo, Necro Records. È stata ospite, inoltre, della Feeel TV di Betevé e recentemente del Primavera Sound e della BoilerRoom.

Lea Bertucci è una compositrice, performer e sound designer il cui lavoro descrive le relazioni tra fenomeni acustici e risonanza biologica. Oltre alla sua pratica con strumenti a fiato, incorpora pannelli di altoparlanti multicanale, feedback elettroacustico, tecnica strumentale estesa e collage di nastri. Negli ultimi anni, i suoi progetti si sono espansi verso indagini sonore site-responsive e site-specific dell'architettura. Profondamente sperimentale, il suo lavoro non ha paura di sovvertire le aspettative musicali.

Lee Fraser (Londra, 1981) è un compositore britannico che vive e lavora a Torino, la cui ricerca affonda prevalentemente nel campo della musica elettroacustica. Ha un dottorato in composizione elettroacustica presso l'Università di Manchester, ha studiato con Frank Denyer presso il Dartington College of Arts e con Denis Smalley presso la City University di Londra. La sua musica, caratterizzata da una continua attenzione al suono sintetico e alle esperienze uditive complesse, drammatizza le nozioni di interiorità, liminalità ed Esterno. Le sue opere sono state presentate a Parken (Vienna), Cafe OTO (Londra), Artissima (Torino), Radialsystem (Berlino), Sentralen (Oslo), Cut & Splice (Manchester), Darmstadt Summer Course for New Music (Darmstadt) e LUFF (Losanna). Ha ricevuto commissioni da BBC, Distractfold, Ensemble Adapter, Galeria Duarte Sequeira, Royal Academy, ottenendo premi e riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il Luigi Russolo Grand Prize nel 2013. La sua musica è stata pubblicata da Entr’acte (2014), Ge-stell (2018), ETAT (2024) e Cripta747 (2024), quest’ultima abbinata alla raccolta di saggi Ghost Semantics.
Federico Pozuelo (Madrid, 1992) è un artista visivo che esplora l'estetizzazione della violenza politica e la teatralizzazione delle narrazioni culturali e degli eventi storici attraverso il linguaggio del cinema. Pozuelo ha conseguito la laurea in Belle Arti presso l'Universidad Complutense di Madrid (2014) e un Master in Filosofia Teoretica presso l'UNED di Madrid (2023). I suoi progetti sono stati prodotti da enti come Artissima (Torino), CAM (Madrid), il Ministero della Cultura spagnolo e Giulietta Basel (Basilea). Ha collaborato con varie istituzioni, tra cui W139 (Amsterdam), DeAppel (Amsterdam), PAV (Torino), Careof (Milano), Sala Amadís (Madrid), CASTRO (Roma), Cripta747 (Torino), Fondazione Pistoletto (Biella).

Lemmo è compositorə e sound researcher nel campo della musica elettronica e sperimentale. Il suo lavoro esplora le possibilità della composizione algoritmica in relazione al dialogo con lo spazio acustico e come pratica di ascolto, sia nel campo della ricerca sonora che in quello multidisciplinare. Lavora anche come sound designer per la danza, le arti performative e visive (tra le principali collaborazioni Chiara Bersani, Teatro Valdoca, Margherita Morgantin, Lucia Palladino) e insegna musica elettronica.
Lenhart Tapes è il moniker del musicista serbo Vladimir Lenhart. Appassionato collezionista di audiocassette, prima di inaugurare il proprio progetto solista, ha fatto parte di diverse band nella scena underground serba. Nel 2010 nasce Lenhart Tapes. Nel 2021 esce l’album Duets, pubblicato da Pop Depresija e Novo Doba, risultato di una raccolta di materiali iniziata nel 2012 con l'idea di incorporare voci femminili folk “ad un mucchio di rumori campionati su cassetta”. Il secondo album, Dens, è stato pubblicato da Glitterbeat nel 2023. Lenhart Tapes si esibisce spesso insieme alle vocalist Tijana Stanković, Mirjana Raić, Svetlana Spajić e Zoja Borovčanin e occasionalmente con la Lenhart Tapes Orchestra, composta da cinque o più elementi.
%20Laurent%20Orseau.jpg)
Musicista e cantante nato nel 1990, Loup Uberto si muove nel vasto circolo internazionale delle musiche improvvisate e delle esperienze foniche uniche. La sua è una musica dai modi indecisi, una scrittura silenziosa di immagini bianche, rumori e canti del popolo decostruiti, una divagazione che diventa archivio di materiali sonori, visivi e letterari raccolti lungo il cammino. Loup Uberto esplora le melodie tradizionali, registra intriganti documenti sonori da luoghi lontani, si interroga sullo sguardo e sulla sua finzione, sulle asperità del linguaggio, documenta l’esilio e l’erranza attraverso testimonianze sonore e ibride. Insieme a Alexis Vinéïs e Lucas Ravinale, costituisce il trio Bégayer, che lavora su una vasta gamma di “cartografie sonore e letterarie” che vanno dalla musica "grezza" cubana, a diari di viaggio dell'Est Europa, canti curdi della Siria, lotte nel bacino minerario tunisino e canti di lavoro del Piemonte in Italia. La sua ricerca è sostenuta in particolare dal programma europeo SHAPE, dalla piattaforma tunisina Siwa, dall'agenzia parigina Murailles Music, dalle collezioni Le Saule e dalla label svizzera Three: four records.
Luca Garino è un artista sonoro e compositore con base a Torino. Dopo un lungo percorso da autodidatta, perfeziona la sua ricerca presso il LaSDIM (Laboratorio per la sperimentazione e la didattica dell’informatica musicale) seguito da Alvise Vidolin. Attivo dal 1996 nell'ambito della musica acusmatica, elettronica, concreta e computer music, parallelamente sviluppa una forsennata passione e ricerca etnomusicologica.
Dal 2015 collabora con la casa discografica Holidays Records perla quale cura una serie di pubblicazioni di poesia sonora e di vari artisti e compositori contemporanei. Ha focalizzato la propria attenzione sul paesaggio sonoro e sui linguaggi delle diverse specie viventi che lo abitano, utilizzando il medium del field recording per catalogarne le tracce. Il suo lavoro ci si presenta come un invito a “porgere orecchio” a suoni che si collocano al limite dell'udibile.

La capacità di scavare un po’ più a fondo è insita nel processo creativo di grazie al suo background di ingegnere geotecnico. Colombiana ed ora residente a Berlino, Dalt cerca spesso ispirazione nei mondi della narrativa, della poesia, della geologia e del desiderio. A volte, questo impulso esplorativo emerge come un richiamo introspettivo e un esperimento di risposta al suo materiale originale, proponendo nuove prospettive sulle idee radicate nella mitologia colombiana e nel cinema tedesco della New Wave. I progetti concettuali di Dalt sono intimi e intricati, emergono come cianotipi proiettati al sole. Intorno a queste strutture modella il suo suono, usando strumentazione analogica, una vasta gamma di sintetizzatori e il bagliore elaborato della sua voce

Lucy Liyou (US, 1998) è unə musicistə di origini coreane natə a Philadelphia. Pianistə di formazione classica e spiccata sensibilità pop, Lucy Liyou è un* di quellə rarə musicistə “sperimentali” per esigenza – di mescolare generi, esplorare tecniche e tematiche spintə unicamente dalla propria ricerca. La sua musica, difficilmente collocabile in un genere, interpola field recordings, poesia, repertorio pianistico Impressionista e concrezioni testurali post-industriali in composizioni affettivamente e concettualmente complesse. Nei suoi lavori più recenti, accolti entusiasticamente dalla critica, trae ispirazione dal pansori coreano, forma tradizionale di storytelling musicale, per esplorare gli effetti dell'Orientalismo e dell'occidentalizzazione. La voce come vettore dell'identità gioca un ruolo fondamentale nel suo lavoro, ma in modi controintuitivi, coscienti e allo stesso tempo indifferenti delle attuali tendenze. Sospesa tra canto e narrazione, la voce è filtrata da effetti digitali o talvolta interamente delegata a tecnologie text-to-speech, la cui “banale” impersonalità lə permette di andare al cuore di affetti e conflitti (intergenere, interculturali, intergenerazionali) e connettere il particolare all'universale, il personale con l’astratto.
Foto credits: Park Seung Won

Mana è l'ultimo progetto del musicista torinese Daniele Mana. Dopo l'EP di debutto del 2017 Creature (Hyperdub), una suite tesa ed evocativa di elettronica senza beat, quasi neoclassica, nei due album successivi la sua musica assume tratti alieni, allucinatori; Seven Steps Behind costruisce un mondo musicale in cui i confini tra realtà e bizzarro collassano, in cui percorso zigzagante che ricompensa con strani colpi di scena. L’elettronica di Mana non sempre suona come tale, ricordando piuttosto pianoforti preparati, clavicembali, violoncelli e flauti e giocando con il senso del tempo. Oltre a progetti artistici come Vaghe Stelle e One Circle - un ensemble formato insieme a Lorenzo Senni e Francesco Fantini -, Daniele Mana scrive e produce musica per il teatro, il cinema e la pubblicità.