Artisti

Astrofisica, iperborea e alchemica, la pratica musicale dal vivo di Jessika Khazrik è profondamente dedicata al conforto comunitario, alla trascendenza collettiva e alla guarigione transgenerazionale. Con trattamenti mercuriali della voce, della batteria e dello spazio che sfidano i generi, i suoi paesaggi sonori indagano intimamente le premesse ecologiche e tecno-politiche dei continui che abitiamo, co-creiamo o dimentichiamo. Concependo partiture da compendi trans-millenari di tecnologie di guarigione, spaziali e biosensoriali e detriti on-site/online, i suoi set dal vivo e ibridi sono profondamente informati da tradizioni di canto ancestrali - come lo sharakan armeno, il mawwal levantino e il radh iracheno, con un tocco di techno pittoresca e ritmi incalzanti e incomprensibili.
Khazrik è stata artist fellow presso Home Workspace Programme (2012-13), Digital Earth (2018-19), HfK Bremen (2020) e SHAPE Platform (2021-22) ed è attualmente fellow presso If I Can't Dance (2022-23) e Helmholtz Center (2022-23). In qualità di visiting faculty, ha insegnato musica elettronica basata sulla voce, performance e tecno-politica presso la HfK Bremen (DE, 2020), la FHNW Academy of Art and Design Basel (CH, 2021-22), l'Accademia di Belle Arti di Norimberga (DE, 2022-23) e ha tenuto conferenze come ospite a livello internazionale. Come tecnologa indipendente, ha lavorato sulla politica dell'IA e sui diritti digitali a livello internazionale ed è la fondatrice del gruppo di studio tecnologico READING COMPUTERS, della piattaforma web peer-to-peer e del gruppo di studio, strategia e solidarietà POST-CORONIALISM e della piattaforma di ricerca transclusiva online
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Justė Janulytė (Vilnius, 1982) scrive soprattutto per ensemble monocromatici (solo corde, solo viati o solo voci) ed esplora la percezione spazio-temporale in relazione alla musica attraverso la creazione di texture con molti livelli e metamorfosi estremamente graduali.
Le sue composizioni sono metafore sonore di idee ottiche in bilico tra l’estetica del minimalismo, dello spettralismo e dell’elettronica acustica. Ha collaborato con alcuni dei più importanti ensemble e solisti del mondo, tra cui Konzerthausorchester Berlin, WDR Sinfonieorchester Köln, Teatro La Fenice Symphony, BBC Symphony e Orchestra Nazionale del Galles tra gli altri.

K-assandra è una creatura a due teste. È un laboratorio per la creazione di futuri, è uno spazio onirico. Nel 2020 ha pubblicato su NERO edizioni il primo episodio del suo podcast e nel 2023 è uscita la seconda stagione. K-assandra è un progetto audio-narrativo artistico e speculativo, che si occupa di antropologia medica, salute mentale, studi culturali e teoria critica.

Kamal Aljafari (Ramallah, 1972) si è laureato all’Accademia di arti visive di Colonia. Il suo primo cortometraggio, Visit Iraq (2003), ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il premio del Sundance Documentary Fund. L’esordio al lungometraggio con The Roof (2006) è stato premiato all’Images Festival di Toronto e al FID di Marsiglia. Nel 2010 ha partecipato al Torino Film Festival con Port of Memory (2009). Negli ultimi anni ha realizzato Recollections (2015), It’s a Long Way from Amphioxus (2019), An Unusual Summer (2020), Paradiso, XXXI, 108 (2022) e il pluripremiato A Fidai Film (2023).
Foto di Francesc Melcion
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Karlfroye è una producer, artista e DJ del sud della Francia; crea brani e mix dalla vocazione fortemente narrativa che abitano un ambiente fantastico descritto dai suoni dell'hardcore e del reggaeton. Attraverso la sua musica che parla d'amore, Karlfroye propone una sorta di malinconia per un futuro post-internet, descrivendo la tragica storia di mondi al collasso.

Keira Fox è un'artista londinese la cui pratica comprende performance, suono/vocalizzazione, installazione e coreografia. È la metà del duo New Noveta con cui si esibisce a livello internazionale dal 2012. Ha fatto parte del gruppo industrial noise/gabba Maria and the Mirrors (2009-2013) ed è tra le fondatrici del nuovo collettivo performativo TLC23 in collaborazione con l'artista scozzese Katie Shannon, incentrato sul tema della liberazione dal trauma e dalla mania, lavorando con il suono, l'installazione, la programmazione musicale e metodi di performance collaborativi.

Kimberlaid è una DJ e producer di hybrid hardcore di base a Parigi. Nei crocevia che conducono al suo mondo sonoro, a seconda dei percorsi seguiti, si possono incontrare gabber, doomcore, speedhouse…
Photo credits: Ariane Kiks

Kode9 è DJ, producer, artista e scrittore. Ha fondato l’etichetta Hyperdub nel 2004 e nel 2019 la sub-label Flatlines, dedicata ad audio saggi e sonic fiction.
Ha pubblicato cinque album: due con il compianto vocalist The Spaceape, Memories of the Future (2006) e Black Sun (2010), e tre da solista, Nothing (2015), Escapology (2022) e Astro-Darien (2023). Ha curato quattro compilation mix: Dubstep Allstars vol.3 (Tempa, 2006), DJ Kicks (K7, 2011), Rinse 22 (Rinse, 2013) e, nel 2018, Fabric 100 con Burial.
Oltre a Hyperdub, ha pubblicato tracce su Rephlex (di Aphex Twin), Soul Jazz, Rinse, Fabric e Lapsus, e ha realizzato remix per il videogioco Wipeout e artisti come Mr. Fingers, Lee Scratch Perry, Junior Boys, Battles, Dabrye/MF Doom e Burial.
Dal 2017 ha co-curato Ø, la serie di eventi artistici e club sperimentali di Hyperdub nel sud di Londra. Il suo libro Sonic Warfare è stato pubblicato da MIT Press nel 2010. Ha co-curato Sonic Faction (2024) e, con AUDINT, Unsound: Undead (2019), entrambi per Urbanomic Press.
Ha realizzato numerose installazioni sonore, con lavori esposti anche alla Tate Modern per la Hyundai Commission (2018) e al Barbican di Londra per AI: More than Human (2019).

L’Impero della Luce è un duo sperimentale formato da Johann Merrich ed eeviac che esplora le sonorità della corrente elettrica attraverso le tecniche dell’induzione elettromagnetica. Questo modo di esprimersi consente all’ascoltatore di avvicinare il suo orecchio al suono dell’elettrone, sorgente fisica e storica della musica elettronica.
Il Mare di Dirac è il loro primo disco, pubblicato nel 2020.
Dallo stesso anno, L’impero della Luce è parte del progetto europeo Key Change ed endorser di SOMA Laboratory.

Il sopranocolombiano Johanna Vargas e la pianista spagnola Magdalena Cerezo hanno fondatoil duo LAB51 nel 2016. La collaborazione tra le due musiciste affonda le sue radici nei loro studi di Nuova Musica presso l'Università di Musica e Performing Arts di Stoccarda con gli insegnanti Nicolas Hodges e Angelika Luz. LAB51 trae nuova ispirazione costantemente da artisti come Bernhard Lang, Johannes Kreidler, Sarah Maria Sun, Hans Joachim Hespos, Georg Nigl, Helmut Lachenmann, Donatienne Michel-Dansac, Wolfgang Rihm, Gerhard Stäbler, HansThomalla, Anika Rutkofsky (Opera di Stoccarda), Christian Dierstein e Hartmut Höll. LAB51 si percepisce come un ensemble processuale e si basa fin dalle origini su tre direttive principali: l'espansione del repertorio contemporaneo per soprano di coloratura e pianoforte, la mediazione della musica spagnola e latinoamericana in Germania e l'integrazione di diverse forme d'arte in formati concertistici innovativi. LAB51 è in continua fase evolutiva e vuole contribuire all'ulteriore sviluppo di una forma completamente nuova di duo canoro, in cui le interpreti devono andare oltre il loro ruolo abituale e impegnarsi in un intenso scambio tra voce, pianoforte, elettronica, danza e lavoro drammaturgico con l’idea di abbattere i confini.